E’ proponibile una classificazione semantica, che potremo definire “semplificata”. Essa tenta di ridurre al minimo indispensabile i termini essenziali da impiegare e i passaggi da analizzare per un corretto inquadramento del dolore. Può essere così ipotizzabile per il medico di famiglia, per una facile applicabilità in un contesto ambulatoriale una classificazione che veda percorrere in ciascun colloquio clinico tre tappe fondamentali per l’inquadramento del sintomo.

La difficoltà maggiore infatti nel definire le caratteristiche di ogni singolo dolore è quella di riuscire a decodificare la storia fatta dal paziente per inquadrarla in una categoria nosologica di valore diagnostico. Abbiamo pertanto ipotizzato di provare a collocare la descrizione del sintomo che fa il paziente in una delle seguenti sei grandi categorie a valenza descrittiva:

  1. dolore compressivo o gravativo
  2. dolore pulsante o vascolare
  3. dolore puntorio o trafittivo
  4. dolore colico
  5. dolore urente o simpatico
  6. dolore ischemico o costrittivo

La classificazione precedente ha il vantaggio di sintetizzare notevolmente le categorie descrittive da applicare nell’analisi di una sintomatologia algica. A questa prima parte dell’indagine diagnostica va affiancata una contestualizzazione temporale della sintomatologia dolorosa che riassuma in modo stringato, ma sufficientemente esauriente, l’andamento nel tempo della percezione dolorosa. Sono tre le aggettivazioni temporali che proponiamo di affiancare al precedente inquadramento descrittivo:

  • continuo
  • alternante
  • incidente

Pur nella loro stringata rappresentazione questi tre aggettivi consentono di cogliere per ogni dolore se esso abbia una durata costante nel tempo o presenti invece delle interruzioni, o se infine esso possa manifestarsi o essere scatenato da particolari situazioni.

Esiste infine, per terminare una rapida fotografia a scopo di inquadramento diagnostico, la necessita di definire la sede in cui la sintomatologia algica si rappresenta o viene proiettata. Due termini possono essere sufficienti a chiarire questa dicotomia tra zona di insorgenza e zona di percezione/rappresentazione del sintomo nella descrizione del quadro algico desunta dal racconto del paziente:

  • locale
  • riflesso

Vediamo ora un po’ più in dettaglio il significato dei dieci termini sopra individuati e proposti. Essi lungi dal poter essere esaustivi per un corretto inquadramento di tutte le sindromi algiche hanno il pregio della semplicità e rapidità con cui possono essere facilmente applicati in un qualsiasi contesto di analisi del dolore in medicina generale e consentono una prima rapida diagnosi differenziale tra le diverse componenti che possono concorrere nel determinismo di ogni sintomatologia algica.