08
GEN
2013
Area Cardiovascolare

[Numero 1 - Articolo 1. Aprile 2006] Il dolore toracico in medicina generale: incidenza, comorbilità e mortalità.


Titolo originale: Chest pain in general practice: incidence, comorbidity and mortality
Autori: Ana Ruigo meza, Luis Alberto Garcýa Rodrýgueza, Mari-Ann Wallanderb, Saga Johanssonb and Roger Jonesc
Rivista e Riferimenti di pubblicazione: Family Practice 2006 23(2):167-174
Recensione a cura di: Gaetano D'Ambrosio
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Obiettivo dello studio
Il lavoro si propone di valutare l’incidenza del dolore toracico e, soprattutto, se esso si associa a particolari caratteristiche di comorbidità o ad un diffferente profilo prognostico dei pazienti valutati in medicina generale.

 

Metodo
La ricerca é stata effettuata interrogando il General Practice Research Database dei medici inglesi. E’ stata identificata una coorte di soggetti che, nel corso del 1996, hanno presentato un “dolore toracico di tipo od origine non specificati”. Circa 14000 pazienti con queste caratteristiche sono stati confrontati con un gruppo di controllo di 20000 pazienti aventi analoghe caratteristiche di età e sesso ma che non avevano presentato dolore toracico. Sono stati confrontate le patologie concomitanti nell’anno precedente ed in quello successivo alla diagnosi di dolore toracico nonché la prognosi, in termini di mortalità (durata media del follow-up: 4 anni).

Risultati
La ricerca documenta una incidenza, fortemente e positivamente correlata all’età, di 15.5 casi per 1000 assistiti - anno. Nei pazienti con dolore toracico si é documentato, nell’anno precedente alla comparsa del sintomo, un maggior ricorso alle cure del medico di famiglia e dello specialista, un maggior utilizzo di farmaci potenzialmente efficaci su varie cause di dolore toracico, una più elevata frequenza di comorbilità di vario tipo tra le quali sono risultate prevalenti la cardiopatia ischemica ed il reflusso gastro-esofageo. Un risultato analogo si osserva se si vanno a confrontare le patologie insorte nell’anno successivo alla comparsa del dolore. La mortalità nel gruppo dei pazienti con dolore toracico é risultata significativamente maggiore che nei controlli. La differenza é attribuibile prevalentemente alla maggiore incidenza di decessi per cardiopatia ischemica. Gli autori concludono che la prevalenza del dolore toracico é molto probabilmente sottostimata nelle cartelle del medico di medicina generale, che la diagnosi di cardioaptia ischemica é più frequente nei pazienti con dolore toracico ma che, in termini di predittività, meno di 1 paziente su 10 con dolore toracico risulta affetto da coronaropatia. La seconda patologia più frequentemente associata con il dolore toracico é il reflusso gastro-esofageo, presente retrospettivamente nel 4% dei casi e in altrettanti soggetti nei 12 mesi successivi alla diagnosi. Considerando altre statistiche sulla GERD gli autori concludono che il reflusso gastroesofageo é ampiamente sottovalutato come possibile causa di dolore toracico e suggeriscono l’inibizione farmacologica della secrezione gastrica come criterio ex adiuvantibus nei pazienti con dolore toracico senza segni di cardiopatia.

Rilevanza per la medicina generale
Lo studio conferma l’importanza del sintomo “dolore toracico” in Medicina Generale sia in termini di incidenza che di impegno diagnostico. Le conclusioni sul rapporto tra dolore toracico e cardiopatia ischemica non sembrano aggiungere molto al bagaglio di conoscenza e di esperienza del Medico di Medicina Generale nel momento in cui sottolineano la possibilità che una parte dei pazienti con dolore toracico possa avere o sviluppare una coronaropatia ma che tali soggetti rappresentano una minoranza. Più interessante e ricco di possibili conseguenze sulla pratica professionale appare l’osservazione relativa alla associazione tra dolore toracico e reflusso gastroesofageo e alla relativa sottostima di quest’ultimo. Il dolore toracico, infatti, può essere una manifestazione di reflusso anche in assenza di sintomi più tipici che possano far nascere con maggiore facilità il sospetto di una patologia di origine gastrica. Una maggiore attenzione nella anamnesi e, laddove opportuno, l’utilizzo a scopo diagnostico della inibizione farmacologica della secrezione gastrica, potrebbero consentire la definizione eziologica del disturbo in un maggior numero di soggetti e potenzialmente evitare inutili e costosi approfondimenti diagnostici.
Informazioni sull'autore
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Ultimo aggiornamento di questa pagina: 20-ago-07
Articolo originariamente inserito il: 10-apr-06
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