Area Dolore – Cure Palliative [Numero 6 - Articolo 4. Settembre 2006] Effetti del dolore cronico non oncologico sulle prestazioni di guida in autostrada | ![]() |
Molti pazienti affetti da dolore vengono curati in ambulatorio e compiono durante il giorno attività fra cui è inclusa la guida. Quindi, lobbiettivo del presente studio, è stato quello di determinare gli effetti del dolore cronico sulle effettive prestazioni di guida durante normali situazioni di traffico. Guidare unautomobile è un compito complesso che richiede vigilanza mentale e una grande varietà di funzioni cognitive come percezione, attenzione, apprendimento, memoria e prontezza di decisione. Diversi studi hanno dimostrato in laboratorio che lindebolimento delle capacità cognitive in pazienti affetti da dolore cronico influenza particolarmente la capacità di prestare attenzione, la velocità di elaborazione del pensiero e la velocità psicomotoria. Questi indizi suggeriscono che le prestazioni di guida possono essere indebolite in pazienti affetti da dolore. Un recente studio epidemiologico suggerisce che sia la presenza di dolore sia lassunzione di farmaci antidolorifici o una combinazione di entrambi i casi può aumentare la probabilità di avere incidenti dauto quando letà media del guidatore è compresa tra i 35 e i 65 anni. Di particolare interesse sono i cosiddetti farmaci psicotropi. Gli effetti sul sistema nervoso, come sonnolenza, problemi di concentrazione e lentezza di reazione, possono essere fatali in termini di sicurezza stradale. Gli oppioidi sono uno dei più comuni farmaci psicotropi utilizzati nel trattamento del dolore. Diversi studi hanno dimostrato che i pazienti affetti dal dolore in terapia con oppioidi, non mostrano alterazioni dei riflessi e delle loro abilità simulazioni di guida. Sfortunatamente, a causa di complesse interazioni tra effetti del dolore da una parte ed effetti del trattamento farmacologico dallaltra, i risultati degli studi sono difficili da interpretare. In primo luogo, il dolore in sé stesso può alterare le prestazioni di guida. In secondo luogo, effetti collaterali di farmaci psicotropi possono alterare le prestazioni. In terzo luogo, questi effetti collaterali possono, comunque, ridursi dopo il ripetuto uso di farmaci. Infine, se il dolore spesso influenza la guida, un consistente sollievo dal dolore può persino migliorare le prestazioni. Quindi, comprendere gli effetti del dolore sulle prestazioni di guida è necessario per distinguerli dagli effetti dei farmaci.
Metodi
Sono stati scelti come partecipanti allesperimento 14 pazienti affetti da dolore cronico di natura non tumorale (4 femmine e 10 maschi, età media 46.9 anni, dai 31 ai 58 anni) e 14 soggetti sani (7 femmine e 7 maschi, età media 50 anni, dai 34 ai 58 anni). I dati pazienti sono stati raccolti da due cliniche del dolore ad Utrecht, Paesi Bassi. I pazienti sono stati inclusi se portatori di dolore di intensità almeno moderata (almeno 4 su 10 in base alla scala VAS) per almeno tre mesi. I soggetti sani sono stati reclutati grazie a giornali locali e pubblicità. Tutti i partecipanti erano destrimani e avevano vista normale o corretta in modo da renderla tale. Possedevano una patente valida. Erano inclusi se fumavano meno di 15 sigarette al giorno. Dalla mezzanotte prima del test, luso di caffeina, nicotina ed alcol è stato proibito. Nessuno dei partecipanti prendeva farmaci psicotropi. Luso di paracetamolo e/o antiinfiammatori non steroidei è stato scoraggiato ma concesso. I partecipanti venivano esclusi dallo studio se non erano in grado di astenersi da farmaci psicotropi, se soffrivano di dipendenza da alcol o farmaci, di problemi psicologici o psichiatrici o molti problemi fisici. Luso di droghe (anfetamine, barbiturici, benzodiazepine, cocaina, morfina e THC) fu verificato con un test basato su campioni di urina. Sono stati eseguiti diversi test e misurazioni. Il test di guida su strada è un test standardizzato, che è stato applicato in più di 50 studi nei recenti anni per esaminare gli effetti dei farmaci psicotropi sulle prestazioni del guidatore, inclusi alcol, ipnotici, antistaminici e antidepressivi triciclici. I partecipanti dovevano guidare mantenendo stabilmente una posizione laterale, che potevano scegliere, ma dovevano mantenere il più possibile, nella corsia di destra, e dovevano mantenere una velocità costante di 95 km/h. La velocità del veicolo e la posizione laterale erano continuamente registrate,. Sono stati misurati i seguenti parametri: lo scostamento dalla posizione laterale (SDL: Standard di deviazione laterale in cm), e quello della velocità (Standard di deviazione della velocità in Km/h). Erano anche misurate la velocità media e lo scostamento medio dalla posizione laterale. La durata del test era approssimativamente di 75 minuti. E ragionevole supporre che minimi valori di SDL rappresentino più di ogni altro parametro labilità di guida. In considerazione che lincremento della SDL, può corrispondere nel traffico, allinvasione della corsia adiacente, tale misurazione può essere considerata un buon indice della sicurezza stradale Altri test eseguiti comprendevano: Test di laboratorio (con lo scopo di misurare specifiche abilità coinvolte durante la guida), Test dellinseguimento, Test della memoria di Sternberg e test sullattenzione Il Dolore è stato valutato attraverso luso della Scala Analogica Visiva (VAS) utilizzando il questionario del dolore di McGill; la resistenza al dolore è stata stimata con un apposito questionario (CPQ). Prima e dopo il test di guida i partecipanti hanno indicato il proprio stato di vigilanza, la propria qualità di guida e il livello dello sforzo compiuto nella guida.
Risultati
Lanalisi dei dati rivela una differenza significativa tra i gruppi. La SDL media tra i pazienti era più alta che tra gli individui sani, e ciò indica peggiori prestazioni di guida. La differenza era pari a 4 punti su 25 e ciò dimostra che a livello individuale la maggior parte dei pazienti aveva valori di SDL più alti dei sani. Non è stata trovata una differenza significativa tra pazienti la cui intensità di dolore era maggiore e pazienti in cui era minore: entrambi avevano elevata SDL. Ancora, non è stata trovata una differenza significativa tra i due gruppi per quanto riguarda la velocità media e le sue variazioni. Non è stata osservata alcuna invasione della seconda corsia da parte di nessun gruppo. Le valutazioni soggettive sulla qualità di guida, espressse con punteggio da 0 a 20 si aggiravano per entrambi i gruppi attorno al 10, ossia guido normalmente (pazienti 10.7, sani 13.5). ). Quelle dei pazienti erano comunque leggermente inferiori. Nei test di laboratorio non sono state rilevate particolari differenze tra i gruppi, questo sta ad indicare che le prestazioni dei pazienti sono state comparabili a quelle dei soggetti sani.
Conclusioni
Il presente studio dimostra che un gruppo di pazienti affetti da dolore cronico, non dovuto a tumori, ha avuto livelli di SDL più alti di quelli relativi a soggetti sani. La differenza di SDL tra i gruppi, di 4.5 punti, corrisponde a quella riscontrata in un altro esperimento tra soggetti sani e volontari che avevano consumato alcolici fino ad avere una concentrazione di alcol nel sangue pari allo 0.08 %, limite consentito dalla legge in molte nazioni. E stato stabilito che con un livello alcolico dello 0.08 % nel sangue la probabilità di causare un incidente è approssimativamente tre volte più alta che per un autista sobrio, e questa probabilità aumenta esponenzialmente con il livello alcolico. Non sono state rilevate differenze significative tra i due gruppi per quanto riguarda le abilità di inseguimento, divisione dellattenzione e memoria. Si trattava di test particolarmente discriminanti per i soggetti che avevano in circolo elevati livelli alcolici. Resta da determinare quale caratteristica collegata allabilità di guida è danneggiata nei pazienti affetti da dolore: più probabilmente è la reattività o la capacità di concentrazione Gli studi futuri dovranno esaminare un campione più grande e differenziato di pazienti per capire quanto sia possibile generalizzare questi risultati. La maggior parte dei pazienti compresi in questo studio era affetta in particolare da mal di schiena, mentre altre condizioni di dolore come mal di testa cronico, dolore ai muscoli o nevralgie devono essere meglio indagate così come linfluenza di variabili come età e sesso. I risultati non possono essere generalizzati a pazienti che soffrono di dolore acuto o sofferenze di breve durata: il semplice fatto di provare dolore altera le abilità di guida, non tanto lintensità del dolore stesso. Questo è in linea con le osservazioni di Kuhajda, secondo cui il dolore è definibile più come una soglia che come una dose, anche se questo studio non è in grado di validaqre questa affermazione. Ai pazienti è stato chiesto di non usare analgesici durante lesperimento, in quanto questo poteva alterare i risultati, mentre luso di paracetamolo non è stato proibito per rimediare a dolori troppo intensi. Gli effetti collaterali che questo medicinale può causare non sono frequenti, sono poco intensi e di solito sono riferiti soltanto da persone anziane, per cui è improbabile che luso di questo medicinale abbia influenzato lo studio.
Rilevanza per la Medicina Generale
Insolito è il tema oggetto di questa ricerca, non per questo meno attraente. Frequenti sono le statistiche sullinterferenza di abitudini voluttuarie nella nostra vita quotidiana, ma questo studio evidenzia che leroico stoicismo di sopportare il dolore e svolgere le normali mansioni quotidiane può non essere scevro di rischi. E interessante scoprire come il dolore, in questo caso il dolore lombare (ma in misura certamente non inferiore si può supporre anche cefalea ed emicrania ) influenzino le performance di guida quanto un tasso alcoolemico oltre il consentito dalla legge. Dai dati di prevalenza ricavati dai data base della MG (Scuola di ricerca SIMG - Health Search), e dai dati di studi osservazionali in corso (Studio IPSE SIMG) il mal di schiena risulta largamemte prevalente su altri tipi di dolore cronico. Lattenzione del Medico di Famiglia si deve concentrare non solo sulla cura richiesta dal paziente sofferente, ma anche sulla possibile prevenzione rivolta ai pazienti inconsapevoli (e sono molti) che il loro stato costituisce un fattore di rischio per sé e per gli altri.
Commento del revisore
Gli strumenti e le tecniche utilizzati per dare rigore scientifico al lavoro sono interessanti quanto i risultati del lavoro stesso. Potrebbe essere utile identificare tra i nostri pazienti coloro in cui il dolore cronico, dorsale e lombare, può costituire un fattore di rischio per prestazioni di guida (venditori, rappresentanti, autisti). Ciò comporta sia il dovere dellinformazione sulle possibili conseguenze, soprattutto il consiglio di non sottovalutare il problema ponendovi rimedio con un approccio globale al problema dolore (vedi su ASCO articolo sullapproccio al dolore con prospettiva biopsicosociale).